lunedì 29 marzo 2010

Proposta in tutela della Cà D'Industria


Delibera di indirizzo del Consiglio Comunale
sulle linee da assumere da parte degli amministratori designati dal Comune di Como nella gestione della Cà d’Industria.


- Premesso che “Cà d’Industria”, sorta in città in seguito alla carestia degli anni 1815 e 1816 per dare ai poveri di Como e agli inabili di età maggiore di otto anni un’occupazione differenziata a seconda dello stato di salute degli ospiti, assume fin dal 1825 le caratteristiche di struttura dedicata ad attività assistenziali a favore di anziani indigenti e inabili , dapprima nel fabbricato di via Brambilla, ristrutturato in seguito con criteri di ospitalità più moderni e maggiore capacità ricettiva nel 1889 e poi, successivamente dal 1990, e nelle altre strutture che grazie all’intervento pubblico e ai lasciti di privati ne costituiscono il fondamentale patrimonio immobiliare assistenza sociale

- Preso atto del fatto che oggi tale realtà svolge una serie complessa di attività socio-sanitarie che spaziano dall’assistenza sanitaria al recupero di disabili a rischio di emarginazione, dalla formazione professionale dei propri addetti alla ricerca scientifica nel settore della geriatria

- Rilevato che a premessa della propria specifica funzione, assunta in nome e per conto della collettività, la Cà d’industria considera che “Gli anziani rappresentano un patrimonio per la società, non solo perché in loro si identifica la memoria culturale di una popolazione, ma anche perché sempre più costituiscono una risorsa umana attiva, un contributo di energie e di esperienze
del quale la società può valersi. E, tuttavia esistono delle condizioni nelle quali l'anziano è ancora una persona fragile, sia fisicamente che psichicamente, per cui la tutela della sua dignità necessita di maggiore attenzione nell'osservanza dei diritti della persona, sanciti per la generalità dei cittadini.(Carta dei diritti dell’anziano)

- Osservato che al di là delle diverse forme giuridiche assunte nel tempo da Cà d’Industria, fino quella relativamente recenti di Fondazione e organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus), essa rimane una struttura sostanzialmente pubblica, patrimonio della storia della città, risorsa ineliminabile di esperienze, competenze e relazioni

- Sottolineato il fatto che la configurazione del Consiglio di Amministrazione, costituito da. 5 membri nominati dal Comune di Como, uno nominato dalla Regione Lombardia e uno dalla Provincia di Como oltreché la provenienza del patrimonio e dei beni confermano a tutti gli effetti trattarsi di un bene pubblico

- Ritenuto che accoglienza e ospitalità, igiene e pulizia non meno della qualità del cibo e del servizio al momento dei pasti, come la cortesia e la sollecitudine del Personale (infermieristico, ausiliario, delle cucine , dell’animazione, della riabilitazione e dell’amministrazione) siano stai, nel corso degli anni, elementi determinati a comporre quel clima familiare indispensabile per
assicurare il massimo della qualità della vita degli ospiti, che a volte si prolunga per molti
anni

- Considerato, infine, che le recenti decisioni, assunte dal Consiglio di Amministrazione senza la condivisione da parte degli operatori e delle rappresentanze sindacali di Cà d’Industria, relative alle esternalizzazione della gestione delle cucine con l’affidamento della gestione ad una impresa
del settore hanno già determinato tensioni tra il personale e il C.d.A., con conseguenti evidenti segni di rottura degli equilibri che hanno fatto, fino ad ora, di Cà d’industria un luogo sereno e ospitale e con immediata percezione , fa parte di utenti e di loro familiari, del venir meno di alcuni sostanziali elementi che fanno del momento del pranzo e della qualità della sua preparazione un momento centrale della giornata degli ospiti

il Consiglio Comunale di Como con gli indirizzi di seguito espressi impegna il Sindaco a vincolare il mandato dei rappresentati del Comune di Como in seno al Consiglio di Amministrazione di Cà d'Industria, in fedeltà alla storia e alle caratteristiche dell’Istituzione - alla revisione della posizione recentemente assunta in merito all’esternalizzazione della cucina - a garantire, per il futuro, la salvaguardia delle gestione diretta (in house) di tutte le funzioni
collegate direttamente alle persone

Donato Supino

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