sabato 15 maggio 2010

Milgior risposta non avrei potuto scrivere.

Altro che supino
Donato, il comunista
che li terrorizza tutti


Tutt'altro che supino (un bel caso di ?nomen non omen?), in grado, da solo, di fare opposizione totale alla maggioranza usando un metodo vecchio come il mondo, quello degli emendamenti innumerevoli, ma sempre tanto efficace, soprattutto quando le sedute consiliari raccolgono tutti i malumori e le spaccature interne di chi governa. In questo momento Donato Supino è l'uomo forte della minoranza, quello che, da solo, tiene in scacco le sedute di Palazzo Cernezzi. Ha tutte le carte in regola per essere l'incubo del Centrosinistra. Intanto è comunista: non , tantomeno , sul simbolo del suo partito ci sono ancora la falce e il martello, ne è l'unico esponente, è capogruppo di se stesso e, come tale, fa quello che gli pare. Il suo eloquio, sempre accalorato (perché chi fa politica matematicamente certo di finire non solo all'opposizione ma in minoranza anche all'interno della stessa, lo fa per passione), l'accento tradisce le schiette origini campane, beneventane, di Airola, per la precisione: bastano due sue frasi e tutti i lumbaard trasaliscono, non lo ammetterebbero ma è così. Ogni tanto qualcuno, dai banchi del Pd (neanche loro lo ammetterebbero) sembra guardarlo con invidia, lui che non deve curarsi troppo di bilancini, di giochi interni al partito ed esterni a Como, lui che può permettersi di sbottare perché lì rende conto solo a se stesso e fuori di lì soltanto ai suoi elettori che saranno pochi, però esistono, sono abbastanza numerosi da spedirlo a Palazzo Cernezzi e lui esegue il mandato: Supino s'oppone. Difende i deboli e gli oppressi: s'infervora sulla Ca' d'Industria pur sapendo, perché in cuor suo certo lo sa, che pochi, di quelli che sostiene, lo hanno votato. Anzi, forse nessuno. Perché ha degli ideali, roba antica, da prima della rivoluzione (o dell'involuzione) della politica. E giù duecento emendamenti, per non parlare dei subemendamenti. Che poi è questo il bello di un'identità politica forte: potranno darti dell'antiquato, dire che sei fuori dal mondo, darti del comunista (che è vero e, per lui, non c'è niente di male ma altrove è stato sdoganato come insulto puro) ma almeno tutti sanno chi sei e come la pensi. E anche a non pensarla come lui un po' gli si vuole bene, come a un panda.

Alessio Brunialti

tratto da La Provincia del 13/05/2010





Una vecchia lezione di politica recitava "taja e medega".




tratto dal Corriere di Como del 13/05/2010

lunedì 3 maggio 2010

IL FANTASMA

Sig. Sallusti, in tanti anni di militanza politica fatta tra musei archeologici e apparizioni in castelli infestati da miei simili, non avrei mai sperato di dover ringraziare una persona appena normale come lei per il suo piccolo ‘j’accuse’.
Forse il suo centrodestra ha perso troppo tempo a congetturare e pensare come il Lario potesse diventare il vostro Mugello e forse non avete pesato bene la forza del patto Lega-PDL.
Oppure non vi siete neppure resi conto di chi stavate votando: vigliacchi, come lei li definisce, incollati assieme solo dal gettone e da qualche carica da faccendiere che di fronte al primo problema politico cascano in crisi come al liceo si casca di fronte ad un’equazione mai vista. Poveri Alberto da Giussano e Silvio da Arcore!
Sta di fatto che è molto spiacevole, e me ne rendo conto, vedere come un reperto archeologico riesca a smembrare una forte alleanza tra grandi uomini che non hanno mai lesinato promesse di crescita ed è altrettanto spiacevole vedere che un organo di stampa si debba far carico di aiutare il Sindaco nelle sue decisioni politiche ricordandogli il suo ruolo e persino le prossime scadenze.
Può una mummia egizia del British Museum influenzare le decisioni di Obama? No, mi auguro si sia risposto.
E allora perché una mozione tanto bolscevica è riuscita a mettervi in minoranza? (a proposito come si è sentito?)
Perché nel vostro Mugello avviene?
Bhè, o questo non è il vostro Mugello o chi avrebbe dovuto non è stato all’altezza: nella migliore delle ipotesi state vivendo una dicotomia insanabile.
In sintesi i fantasmi e l’archeologia sono gli ultimi dei vostri problemi: magari con una bella grande mostra sulle meraviglie del passato potreste chiudere questo problema, io mi presto a titolo gratuito per la sala principale.
Il voto sulla Cà d’Industria, come il Muro, come il caso SPT, come la discarica portano sul nostro piccolo mondo antico un vento per voi gelido ma che da alle persone un po’ di calore: a volte accade che qualcuno non faccia parte delle Istituzioni per mera convenienza come schivar galere e ottenere cariche: lezione nella quale siete imbattibili partendo dalla testa del pesce arrivando a voi, piccola coda che tanto sbatte per spruzzar quattro gocce; e addirittura accade che esista ancora qualcuno che in barba ai 75 € si permette di pensare guardando anche il rovescio della vostra medaglia.
Succede in questo strano Mugello, a volte, che siano gli sconfitti ad afferrare la vittoria.
la Storia lo ha dimostrato: un danno a voi è una vittoria per le persone comuni che tutti i giorni contribuiscono a far crescere la nostra società, quelle persone che se sul posto di lavoro si comportano inopportunamente non vengono promosse ad altro incarico, ma lasciate disoccupate.
Vede caro Sallusti, gli uomini possono aver scelto altre ideologie diverse dalla mia e cambiato i nomi delle cose, ma la sostanza della società democratica e i danni fatti dai suoi simili non sono mutati: le persone hanno ancora bisogno di vivere del loro lavoro e devono ancora sperare che qualcuno ascolti il sussurro di dignità negata. Quando imparerete che siete posti a governare per il bene comune di tutti i cittadini avrete già imparato più di quanto sappiate ora: non c’è più la necessità di chiamare così il proletariato e invocare la falce e il martello come unici strumenti di lavoro, i tempi e le parole mutano, ne sono consapevole. Abbiamo creato parole più auliche per definire chi non ha un futuro assicurato, ma caparbiamente esistono lo stesso e attraverso le vostre dispute per il potere assoluto non fanno altro che prendere coscienza di sé. In tanti anni di devastazione del nostro paese e della nostra città i politici che lei sprona all’arroganza del ‘tutti compatti per forza’ non hanno fatto altro che cambiare l’etichetta del nome di ogni cosa senza graffiarne la sostanza.
Rifletta su chi sarà lo sconfitto.