«La non violenza poi è nel Dna di Rifondazione Comunista sin dalla nascita del partito - aggiunge Supino - So che sono molti gli esponenti politici e di altri ambienti che hanno fatto questo ragionamento, ma si tratta di un’imbecillità. Senza dubbio il Paese è in una situazione esasperata e un governo autoritario quale quello attuale favorisce la manifestazione di persone che vorrebbero risolvere i problemi in modo non democratico. Ma non è il caso della sinistra, neppure la più radicale, che risponde a un governo autoritario con le armi della democrazia».
Nicoletta Pirotta, esponente dell’Associazione per la sinistra di Como, è sulla stessa linea.
«Si tratta di due temi completamente distinti - dice - Senza dubbio esiste un elemento di autoritarismo che impedisce che vi sia una rappresentazione istituzionale della sinistra radicale, ma certamente non ha alcun senso pensare che queste forze, escluse dal Parlamento, manifestino in modo antidemocratico».
«Il terrorismo non ha spiegazione - aggiunge Nicoletta Pirotta - va combattuto e basta. Non ci può essere alcuna ricerca di giustificazioni, va condannato, introduce un elemento violento che fa male a tutti. La sinistra esclusa dalla rappresentanza parlamentare sta mantenendo faticosamente aperti luoghi democratici, anche a Como. Siamo rimasti pienamente nell’ambito della democrazia, abbiamo la democrazia nel nostro Dna».
«Nessuna rivendicazione può giustificare il ricorso alla violenza - dice poi Alessandro Tarpini, segretario provinciale della Cgil - Naturalmente anch’io giudico problematico che una parte della sinistra radicale sia stata esclusa dai livelli istituzionali, ma questo è esclusivamente un problema di natura politica. Parliamo di una sensibilità che messa assieme arriva al 6-7% della popolazione, ma non c’è alcun collegamento tra questo ed eventuali nuovi gruppi terroristici».
Anna Campaniello
http://www.corrierecomo.it/frm_articoli.cfm?ID=99817
Articolo tratto dal Corriere di Como on-line del 18/11/2009

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