mercoledì 18 novembre 2009

Intervista sul Corriere di Como: «La violenza non è nel Dna della sinistra»


«Non c’è alcun nesso tra l’esclusione della sinistra radicale dal Parlamento e la presunta nascita di nuovi gruppi terroristici». Dal fronte sindacale come dal mondo politico lariano arriva una netta presa di posizione contro una tesi che da tempo fa discutere nel Paese, tornata con forza sotto i riflettori dopo la diffusione di un volantino firmato da gruppi che fanno riferimento alle Brigate Rosse e si definiscono “Nat”, nuclei di azione territoriale. Donato Supino, referente comasco di Rifondazione Comunista, respinge con forza questa ipotesi. «È follia pensare che l’esclusione di una certa sinistra dal Parlamento possa avere a che fare con presunti, nuovi gruppi terroristici - dice - La sinistra crede con forza nelle lotte di piazza, ma che nulla hanno a che fare con il terrorismo perché non è neppure presa in considerazione l’ipotesi di sconfinare da quella che è la democrazia».
«La non violenza poi è nel Dna di Rifondazione Comunista sin dalla nascita del partito - aggiunge Supino - So che sono molti gli esponenti politici e di altri ambienti che hanno fatto questo ragionamento, ma si tratta di un’imbecillità. Senza dubbio il Paese è in una situazione esasperata e un governo autoritario quale quello attuale favorisce la manifestazione di persone che vorrebbero risolvere i problemi in modo non democratico. Ma non è il caso della sinistra, neppure la più radicale, che risponde a un governo autoritario con le armi della democrazia».
Nicoletta Pirotta, esponente dell’Associazione per la sinistra di Como, è sulla stessa linea.
«Si tratta di due temi completamente distinti - dice - Senza dubbio esiste un elemento di autoritarismo che impedisce che vi sia una rappresentazione istituzionale della sinistra radicale, ma certamente non ha alcun senso pensare che queste forze, escluse dal Parlamento, manifestino in modo antidemocratico».
«Il terrorismo non ha spiegazione - aggiunge Nicoletta Pirotta - va combattuto e basta. Non ci può essere alcuna ricerca di giustificazioni, va condannato, introduce un elemento violento che fa male a tutti. La sinistra esclusa dalla rappresentanza parlamentare sta mantenendo faticosamente aperti luoghi democratici, anche a Como. Siamo rimasti pienamente nell’ambito della democrazia, abbiamo la democrazia nel nostro Dna».
«Nessuna rivendicazione può giustificare il ricorso alla violenza - dice poi Alessandro Tarpini, segretario provinciale della Cgil - Naturalmente anch’io giudico problematico che una parte della sinistra radicale sia stata esclusa dai livelli istituzionali, ma questo è esclusivamente un problema di natura politica. Parliamo di una sensibilità che messa assieme arriva al 6-7% della popolazione, ma non c’è alcun collegamento tra questo ed eventuali nuovi gruppi terroristici».



Anna Campaniello

http://www.corrierecomo.it/frm_articoli.cfm?ID=99817

Articolo tratto dal Corriere di Como on-line del 18/11/2009

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